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Martedì, 04 Agosto 2020
Economia e mercati
La realtà del mercato post-pandemia accentua l'interesse verso il mercato azionario statunitense. Analogamente al periodo successivo alla Grande crisi finanziaria, riteniamo che lo scenario nel medio-lungo termine favorisca ancora una volta le società a grande capitalizzazione, caratterizzate da una forte crescita di lungo periodo, stabilità e un approccio difensivo. Queste caratteristiche definiscono una parte molto più elevata del mercato statunitense rispetto al resto del mondo determinando, a nostro avviso, una possibile prospettiva più ottimistica per le azioni statunitensi.
Nello specifico, la nostra analisi “The Case for US Equities in Global Portfolios” si basa sul presupposto che, a differenza di altri mercati, l'indice S&P 500 non è particolarmente rappresentativo dell'economia statunitense. Piuttosto, raccoglie le migliori e più redditizie società del mondo. Ma l'economia americana non è il mercato azionario americano!
Se da un lato l'economia americana ha certamente sofferto della chiusura delle attività a causa del COVID-19, dall'altro le implicazioni per i settori che rappresentano oltre il 75% dell'indice S&P 500 sono state neutrali o positive e, a nostro avviso, persisteranno anche nel panorama economico post-pandemia.
I settori sensibili all’andamento dell’economia, quali Finanza, Industria, Energia e Materiali, che hanno avuto un impatto negativo, costituiscono l'altro 30%.
È importante notare che il peso delle società nell'indice S&P 500 è una funzione dei livelli di profitto e, quindi, della valutazione, e non del numero di dipendenti. Ciò dimostra ulteriormente che il mercato azionario statunitense non rappresenta l'economia. Alcuni esempi:
La composizione del mercato degli Stati Uniti rispetto ad altri mercati si è evoluta nel tempo e può essere attribuita a diversi fattori:
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