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Venerdì, 03 Aprile 2020
Economia e mercati
La risposta a livello europeo all’emergenza Covid-19 è stata forte sul fronte della politica monetaria, con l'attuazione del programma di acquisto per l'emergenza pandemica pari a 750 Mld € e operazioni di rifinanziamento a più lungo termine, a livello di singolo paese, con misure fiscali mirate.
A livello di istituzioni europee, ci troviamo a un bivio: le prossime due settimane saranno cruciali per vedere se prevarrà la volontà politica di rafforzare l'Unione in questa situazione di emergenza e quali misure saranno “digeribili” dai paesi contrari a qualsiasi forma di mutualizzazione del debito o dai paesi più colpiti contrari a qualsiasi condizionalità sui prestiti di emergenza.
Al di là del dibattito politico, l'emissione di coronabond è improbabile nel breve termine, perché anche in caso di accordo politico, la parte più difficile sarà nei dettagli tecnici dell'implementazione. Tuttavia, nell'Eurozona sono disponibili altri strumenti (monetari e fiscali) per affrontare questa situazione di emergenza. Sembra ora in discussione un piano paneuropeo di riassicurazione contro la disoccupazione.
Le misure attuate finora sono riuscite a calmare parzialmente i mercati. Rileviamo un notevole interesse da parte degli investitori verso il mercato obbligazionario euro: tra i titoli sovrani, che offrono generosi premi nelle recenti emissioni, e nel mercato corporate, con un’ondata di emissioni primarie. Ciò è stato possibile grazie all'azione della BCE e la situazione è destinata a migliorare in futuro.
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Negli ultimi tre mesi i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono aumentati più del previsto. Potrebbe trattarsi di semplici sobbalzi in un percorso calante dell’inflazione, oppure di una nuova e preoccupante tendenza al rialzo dei prezzi. Ascolta l’aggiornamento del 15 aprile dalla voce di Stefano Castoldi.
La settimana scorsa i mercati, dopo aver archiviato il primo trimestre con un rally esteso a molte delle asset class, sono stati sorpresi dai commenti di alcuni funzionari della banca centrale americana che rimane molto dipendente dai singoli dati e non ancora in grado di fornire una chiara strategia di politica monetaria per i prossimi mesi.
Nel primo trimestre dell'anno, gli indici azionari sono saliti grazie ai solidi risultati sugli utili societari e all'ottimismo sul settore tecnologico americano. Anche le aspettative sul taglio dei tassi di interesse da parte della Fed hanno sostenuto l'andamento dei mercati. Guarda il video commento mensile di Monica Defend, Head of Amundi Investment Institute.