La Cina sotto i riflettori: cosa dovrebbero guardare i mercati

Venerdì, 24 Settembre 2021

Investment Talks, Economia e mercati

Evergrande: non un rischio sistemico, ma un campanello d'allarme in un mondo eccessivamente indebitato. Nei giorni scorsi, i mercati finanziari sono stati scossi dalla saga di Evergrande – il secondo operatore immobiliare cinese per grandezza - che sta incontrando delle difficoltà nel pagare l’enorme debito accumulato. La portata di un evento di ristrutturazione di tale entità sta gravando sui mercati del credito asiatici, con prezzi in discesa per le obbligazioni di altre società del settore immobiliare (una parte importante del segmento High Yield). Valutando questo evento in un contesto più ampio, l'effetto contagio sui mercati globali è stato finora limitato, con una certa volatilità delle azioni (l'indice VIX ha raggiunto il 20 settembre 2021 un massimo infragiornaliero di 28,8) e un modesto ritracciamento dai massimi storici (l'S&P 500 è in calo del 2%).

Con ogni probabilità, Evergrande dovrà ristrutturare il suo debito (un altro pagamento di interessi doveva essere effettuato il 23 settembre; il mancato rispetto di tale obbligo entro 30 giorni può dar luogo a un inadempimento formale).

Le autorità cinesi hanno dimostrato il loro impegno nell’evitare un crollo (per esempio, la Banca Popolare Cinese (PBoC) ha iniettato 460 miliardi netti di renminbi, pari a 71miliardi di dollari, di liquidità a breve termine nel sistema bancario negli ultimi cinque giorni lavorativi) e il governo potrebbe intervenire nel processo di ristrutturazione, evitando che Evergrande vada in default in modo incontrollato. Tuttavia, hanno anche dato chiari segnali al mercato della volontà di fermare la speculazione immobiliare e la necessità di ridurre la leva finanziaria del settore. Questo processo sarà instabile. In un settore ad alta intensità di capitale come quello immobiliare, una riduzione dell’indebitamento si rifletterà in una forte riduzione del volume. Ci aspettiamo quindi che il settore sia sotto pressione nel breve periodo, anche se il processo di riduzione della leva finanziaria dovrebbe essere vantaggioso nel medio periodo.

Evergrande è un campanello d'allarme per gli investitori e un avvertimento nei confronti dei settori ad alta leva nel sistema, con valutazioni stratosferiche. In futuro, è probabile che vengano allo scoperto altre problematiche relative all’indebitamento, che richiederanno ulteriore attenzione nella selezione del credito in tutti i settori di attività.

Le implicazioni sulla crescita sono rilevanti: Il rallentamento dell’edilizia residenziale è uno dei fattori negativi alla base del downgrade delle nostre previsioni sul PIL della Cina. L'attività nel settore si sta raffreddando rapidamente e la pressione sulla liquidità rimarrà elevata se non si verificheranno cambiamenti di politica. Più in generale, i dati al ribasso sull'attività della Cina hanno ampiamente sorpreso nel terzo trimestre, con le esportazioni che rappresentano l'unica eccezione. L'inasprimento delle politiche, le restrizioni autoimposte (tolleranza zero per il Covid-19, de-carbonizzazione, tagli alla produzione, razionamento dell'elettricità) e la carenza globale di chip hanno contribuito al rallentamento. Non ci aspettiamo più che la crescita riprenda nel quarto trimestre del 2021. Prevediamo una crescita media del PIL reale dell'8,3% nel 2021, inferiore rispetto all'8,7% precedente, e una crescita nel 2022 che si attesterà sul 4,9% rispetto al 5,4% precedente. Ciò che è ancora difficile da quantificare è una previsione sui consumi, dato che la domanda è stagnante e la riduzione della leva finanziaria è in corso. Il rallentamento della Cina rispetto ai suoi principali partner commerciali dovrebbe essere monitorato con attenzione.

Maggiori implicazioni per gli investimenti: Ci aspettiamo una maggiore volatilità nei mercati globali nei prossimi mesi e non solo dalla Cina. Altre fonti di incertezza sono rappresentate dai negoziati in corso sul tetto del debito statunitense e dall'impennata dei prezzi dell'energia in Europa. Tutto ciò avviene proprio quando i mercati finanziari sono stretti in termini di valutazioni. Riteniamo pertanto che sia giunto il momento di essere neutrali in termini di allocazione del rischio e di aumentare il controllo su quelle aree che potrebbero essere colpite da ricadute (ad esempio, obbligazioni high yield asiatiche, prezzi delle materie prime legate all’edilizia). In generale, nonostante la percezione del rischio sulla Cina rimanga elevata nel breve periodo, rimaniamo costruttivi sugli asset cinesi nel lungo periodo per motivi strutturali (il riequilibrio della crescita attraverso la domanda interna, una crescita nei settori strategici, l’internazionalizzazione del renminbi e la sua influenza a livello mondiale).

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