Il dilemma sulla liquidità richiede una risposta normativa

Venerdì, 25 Ottobre 2019

Economia e mercati

La sospensione di alcuni fondi di alto profilo ha riacceso i riflettori sulla liquidità del mercato e su quanto essa possa incidere sulla capacità dei fondi di far fronte a determinati scenari di rimborso. Nonostante l'ampia liquidità a livello macro, permangono alcune aree di tensione a livello micro che potrebbero peggiorare in caso di un deterioramento sostanziale delle condizioni economiche, di una recessione o di un picco della volatilità.

Alcuni mercati sono molto esposti ai contesti di bassa liquidità a causa della loro dipendenza dagli afflussi di capitali esteri e della concentrazione degli scambi, dove il rischio di un impatto sui prezzi di mercato è alto se le vendite degli attivi devono essere realizzate in tempi brevi. Inoltre, alcuni eventi eccezionali come la Brexit potrebbero aumentare le pressioni sulla liquidità del mercato.

Gli investitori potrebbero sfruttare le opportunità che potrebbero presentarsi nel caso in cui le vendite indiscriminate di attivi provochino distorsioni dei prezzi che non sono legate al profilo di solvibilità degli emittenti, ma piuttosto ai premi di liquidità più elevati.

Le autorità di regolamentazione finanziaria stanno imponendo agli asset manager dei requisiti in materia di liquidità al fine di prevenire una crisi vera e propria. Tuttavia siamo solo alle prime battute e molto resta ancora da fare, perché da quando c’è stata la crisi finanziaria globale (GFC) è stata data la priorità alla regolamentazione del settore bancario a scapito di quella degli asset manager.

Gli asset manager potrebbero utilizzare diversi strumenti per monitorare i rischi di liquidità sia regolarmente, sia nei casi di emergenza. Tra tali strumenti figurano la vigilanza sulla liquidità, il monitoraggio del meccanismo di swing pricing, la costituzione di riserve di liquidità e la gestione delle situazioni di crisi della liquidità. In circostanze estreme, gli asset manager potrebbero persino utilizzare il loro bilancio per sostenere il fondo. Questo è però uno strumento al quale ricorrere in extremis, in quanto trasferisce i rischi dagli investitori all’asset manager. Si tratta di un'opzione riservata solamente ai grandi asset manager che sono in costante contatto con le autorità di regolamentazione, dotati di piattaforme globali di trading e quindi in grado di essere “price maker”.

Anche gli investitori potrebbero tutelarsi dai possibili rischi di liquidità aumentando ad esempio la quota di obbligazioni liquide e di elevata qualità nei loro portafogli, evitando la concentrazione in scelte di investimento estremamente diffuse tra gli operatori o con una forte leva finanziaria e valutando i processi di gestione del rischio di liquidità dei propri gestori di fondi.

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