È giunto il momento di aumentare l’esposizione al rischio: meglio partire dai mercati emergenti e dal credito

Giovedì, 14 Febbraio 2019

Economia e mercati

Alla fine del 2018 l’eccesso di pessimismo ha causato un brusco calo dei mercati finanziari e nuovi picchi di volatilità. Secondo i nostri modelli gli operatori di mercato hanno scontato un rischio di rallentamento due volte superiore a quello giustificato dai fondamentali economici.

Riteniamo che gli attivi rischiosi si siano ora riposizionati su livelli più interessanti e che si stiano creando alcuni “punti di ingresso” per gli investitori di lungo termine sui mercati emergenti e sui mercati del credito dei Paesi sviluppati che l’anno scorso hanno sofferto pesanti correzioni, i primi nella parte iniziale del 2018 e i secondi in quella finale. Anche le azioni europee potrebbero offrire dei punti di ingresso, ma crediamo che le opportunità più interessanti si presenteranno più avanti perché le elezioni europee a maggio e la Brexit potrebbero continuare a pesare sul sentiment degli investitori.

L'imminente fine della stretta monetaria da parte della Fed e la stabilizzazione del dollaro americano rappresenterebbero ovviamente degli elementi estremamente favorevoli, come del resto anche un allentamento delle tensioni geopolitiche o uno scenario di rallentamento dell'economia senza il rischio di una recessione. Una crescita del 2% negli USA e del 3% a livello mondiale sono i livelli di riferimento che sostengono la nostra tesi sugli attivi rischiosi.
Siamo consapevoli che i rischi non sono scomparsi: ci sono ancora molte criticità a livello geopolitico e l’indebitamento mondiale sta salendo alle stelle. Ciò significa che per costruire dei portafogli robusti deve esserci una forte focalizzazione sulla sostenibilità degli utili e del debito.

Nei mercati emergenti, in termini di rendimenti potenziali nel 2019, riteniamo che le azioni siano la classe di attivi più appetibile, seguita dalle obbligazioni in valute locali e dal debito in valuta forte (il debito in valuta locale dovrebbe essere più volatile di quello in valuta forte). Si tratta di un cambio di view rispetto a quella dell’anno scorso quando la pressione sulle valute era eccessiva e quindi era giustificata la nostra grande prudenza riguardo al debito dei mercati emergenti in valuta locale. Riguardo all'approccio agli investimenti in questa fase del mercato, crediamo che la sensibilità a diversi temi (squilibri esterni, cicli elettorali, motori della crescita interna e conflitti commerciali) sarà l'elemento discriminante alla base della selezione nell’universo dei mercati emergenti.

Per quanto riguarda i Paesi sviluppati, c’è stata una ripresa parziale di valore del credito in un contesto contrassegnato da un atteggiamento più accomodante delle banche centrali e da fondamentali economici ancora discreti. Il credito europeo (soprattutto sul mercato primario) sarà l'elemento chiave per una performance positiva dei portafogli obbligazionari nel 2019.
In Europa e ancor più negli USA, dove il debito societario è ai massimi storici, si dovrà puntare sui titoli che presentano buoni fondamentali aziendali.
Il forte indebitamento all’interno del sistema e il peggioramento degli standard del credito sono due elementi da monitorare con attenzione, pertanto gli investitori dovranno utilizzare una rigorosa analisi del credito e quindi essere estremamente selettivi.

Su quali investimenti puntare nel 2019?

Puntare sul credito e sui Paesi emergenti sarà la strategia vincente per generare rendimenti nei portafogli obbligazionari nel 2019, pur mantenendo un approccio molto selettivo e tenendo gli occhi ben aperti. Questa analisi si basa sul fatto che la crescita sarà ancora sostenuta. Dato che non è scontata nei prezzi di queste asset class una recessione vera e propria, è molto importante un attento monitoraggio degli sviluppi macroeconomici e dell'analisi bottom-up. 

Per gli investitori obbligazionari che volessero assicurarsi rendimenti superiori con un orizzonte temporale adeguato, anche attraverso un'esposizione diversificata a molteplici emittenti e settori, le soluzioni “buy and watch” potrebbero rappresentare un’opportunità interessante.
Inoltre, il riposizionamento graduale nelle azioni dei mercati emergenti potrebbe essere un modo per pianificare investimenti di lungo periodo sfruttando le valutazioni molto interessanti.

Per gli investitori che hanno un’ottica più di lungo termine e sono in grado di affrontare qualche rischio di liquidità, continuiamo a prediligere una presenza flessibile nel credito, prendendo in considerazione anche gli attivi illiquidi in ottica di diversificazione.
In questo caso, sarà indispensabile una selezione molto rigorosa perché il mercato del debito privato è indubbiamente salito in modo significativo negli ultimi anni e c’è stato un certo peggioramento degli standard del credito (ad esempio l’aumento del covenant-lite1 financing, ovvero forme di finanziamento che offrono minori tutele ai prestatori e pongono minori vincoli ai mutuatari) e un aumento dell’indebitamento.

La recente compressione dei premi per il rischio di alcune emissioni private rispetto ai titoli quotati in borsa rende ancora più complessa la ricerca di opportunità ad alto rendimento che giustificano un rischio più elevato.
Sarà essenziale un’approfondita analisi del credito: il rallentamento della crescita farà emergere situazioni di fragilità ma potrebbe anche creare delle opportunità.

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