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Mercoledì, 28 Novembre 2018
Economia e mercati
Data la necessità di cooperazione su scala europea riguardo alle questioni economiche e politiche e in considerazione del rischio che la Brexit incoraggi le forze politiche anti-sistema in altre aree d'Europa, non è chiaro chi ne trarrà davvero vantaggio. Al massimo, si potrebbe sostenere che l'Irlanda potrebbe utilizzare proficuamente la sua posizione geografica come porta di accesso tra il Regno Unito e l'UE, anche se è più esposta di altri paesi a potenziali problemi economici nel Regno Unito. Alcune attività ad alto valore aggiunto continueranno a trasferirsi nelle principali città europee, ma finora questo spostamento, sebbene significativo, non è stato eclatante. In termini di flussi commerciali, dopo l'Irlanda, ci sono il Belgio e i Paesi Bassi dove le esportazioni verso il Regno Unito rappresentano la quota maggiore del PIL (beni e servizi) ma, a causa della complessità delle catene del valore integrate europee, gli effetti negativi potrebbero essere più estesi in molti paesi di quanto non sembri. In caso di Brexit “no-deal”, ci sarebbe un danno economico per tutta l'Europa (sebbene molto di più per il Regno Unito rispetto al resto d’Europa) attraverso i canali finanziari, commerciali e di fiducia, nonché problematiche politiche poiché l'UE dovrebbe gestire questa sfida (compresa la grande incertezza su ciò che potrebbe accadere con l’Irlanda) in un contesto interno già complicato dalla situazione italiana e dall'aumento generale di movimenti politici avversi.Paesi europei: chi beneficerà e chi no della Brexit?
Le tensioni geopolitiche sono in aumento. I dati economici e d’inflazione costringono la FED a rimandare il taglio dei tassi di riferimento. In questo momento gli investitori faticano a trovare riparo dal temporale che si è abbattuto sui mercati finanziari. Ascolta l’aggiornamento del 22 aprile dalla voce di Stefano Castoldi.
Verso un riordino delle asset class.Nei prossimi dieci anni le diverse asset class avranno, a nostro parere, un appeal diverso. Le obbligazioni rappresentano un’ancora per gli investitori e anche i bond dei paesi emergenti ritorneranno a essere appetibili. Scopri di più
Negli ultimi tre mesi i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono aumentati più del previsto. Potrebbe trattarsi di semplici sobbalzi in un percorso calante dell’inflazione, oppure di una nuova e preoccupante tendenza al rialzo dei prezzi. Ascolta l’aggiornamento del 15 aprile dalla voce di Stefano Castoldi.