La fame va sconfitta, ora!

Lunedì, 30 Settembre 2019

Economia e mercati

Zero Hunger. Non è il nome dell'ultimo fenomeno rap. È un obiettivo. Un traguardo. È il compito che il mondo si è dato. Zero Hunger significa: nessuna persona sul pianeta deve vivere in stato di insufficienza alimentare. Si riuscirà?

L'Onu crede di sì e ha fissato come obiettivo numero 2 della sua Agenda 2030 (che contiene le azioni che Stati, aziende e singoli individui dovrebbero mettere in atto per avere, tra 11 anni, un mondo migliore di quello di oggi) proprio lo Zero Hunger, cioè: l’abolizione della fame nel mondo. E se qualcuno pensa che si un'utopia piuttosto che un obiettivo concreto, sia sbaglia perché i numeri dicono che c'è stato un tempo in cui il pianeta aveva intrapreso la strada giusta.

Nel 2005 coloro che vivevano in gravi condizioni di scarsità alimentare erano 947,2 milioni e 10 anni dopo sono diventati 785,4 milioni. Dal 2015, però, il numero ha ripreso a salire e nel 2018 le persone che non potevano permettersi pasti sufficienti per la propria sopravvivenza sono arrivate a 821,6 milioni. Se a queste aggiungiamo quelle che hanno medie difficoltà alimentari saliamo a 2 miliardi.

In termini percentuali la maggior parte delle persone che non hanno di che sfamarsi è in Africa (21,5% del totale) e in Asia (7,8%) mentre, per via della maggiore densità abitativa, in termini assoluti la classifica è ribaltata: in Asia ci sono 354 milioni di persone che hanno fame e in Africa 277.

L’agricoltura è il motore della ripresa

Per fronteggiare l’aumento della denutrizione mondiale, le Nazioni Unite raccomandano con insistenza di promuovere nuove forme di agricoltura che possano migliorare la resilienza alimentare, cioè la capacità di affrontare le difficoltà nel reperimento di un cibo sano e salutare. Un obiettivo così ambizioso richiede giganteschi sforzi economici da parte di privati e Stati. L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) non ha una stima precisa di quanto sia necessario investire in progetti agricoli. Come mai? La velocità dei cambiamenti climatici ha scombussolato le sue previsioni: dai 209 miliardi di dollari necessari entro il 2050 si è passati a dover aggiungere alle stime altri 50,2 miliardi l'anno fino al 2025. Non sono troppi se si vuole raggiungere un obiettivo ambizioso, ma comunque alla portata di mano come la Zero Hunger.

Anche la finanza può giocare un ruolo da protagonista nel raggiungimento dell’obiettivo investendo in quelle società attive nella ricerca e nella implementazione di soluzioni atte ad affrontare la sfida di nutrire un pianeta sempre più popolato.

CPR Invest – Food For Generation lo fa con un approccio a 360°, dalla terra, alla tavola.

Con il contributo di Truenumbers. Fonte: Fao

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