La rinascita dei PIR

Mercoledì, 29 Gennaio 2020

Investire sostenendo l’economia del Paese e con una fiscalità agevolata

I Piani individuali di risparmio (PIR) sono una forma di investimento a medio/lungo termine che ha l’obiettivo di veicolare gli investimenti dei risparmiatori anche verso le piccole e medie imprese italiane, al fine di stimolare l’economia reale e al contempo offrire ai sottoscrittori uno strumento d’investimento fiscalmente vantaggioso.

Lanciati con la legge di bilancio del 2017 e bloccati di fatto dalla norma sui venture capital dello scorso anno, oggi i Piani individuali di risparmio tornano ad offrire agli investitori l’abbattimento del carico fiscale (niente imposta del 26% sui capital gain e niente imposta di successione) se mantenuti per cinque anni in portafoglio.

Cosa cambia per i PIR?

Con la legge di bilancio del 2020 viene eliminato l’obbligo di investire una quota del 3,5% in venture capital italiani, ritenuto uno dei principali ostacoli alla sottoscrizione di PIR a causa della scarsa diffusione di questo mercato in Italia.

Il Decreto Fiscale 2020 conferma la disciplina generale dei PIR introdotta dalla legge di bilancio 2017 e introduce nuovi criteri per gli investimenti destinati ai PIR costituiti a decorrere dal 1° gennaio 2020.

Per i nuovi PIR si stabilisce che il portafoglio deve essere investito per almeno il 70% in strumenti finanziari emessi da imprese con sede in Italia e per almeno il 30% in titoli diversi dall’Ftse Mib.

A sua volta, la quota del 70% del portafoglio del PIR deve essere investita:

  • per almeno il 25% (rispetto al 30% precedente), e quindi per un totale del 17,5% del portafoglio (dal 21% precedente), in strumenti finanziari di imprese diverse da quelle inserite nell’indice Ftse Mib o in indici equivalenti di altri mercati regolamentati
  • e, novità, per almeno un ulteriore 5%, vale a dire il 3,5% del portafoglio complessivo, in strumenti finanziari di imprese diverse da quelle inserite negli indici Ftse Mib e Ftse Mid Cap o in indici equivalenti di altri mercati regolamentati.

Le linee guida di investimento indicate dalla normativa devono essere rispettate per almeno due terzi dell’anno. Ogni singolo PIR non può superare i 30mila euro di investimento ed ogni singolo investitore non può superare i 150mila euro di investimento in piani individuali di risparmio.
L’emendamento prevede inoltre che le Casse Previdenziali e i fondi d’investimento possano detenere più di un PIR nel limite del 10% del patrimonio.

I vantaggi dei PIR

 

Perché puntare sui PIR

Siamo conviti che i PIR siano una delle grandi novità sul mercato negli ultimi anni e rappresentino un’opportunità per gli investitori, non solo per le importanti agevolazioni fiscali ma anche grazie a due forti motori di crescita per l’economia: la ricchezza dei risparmiatori e le piccole e medie imprese italiane.

I PIR incentivano l’investimento di medio-lungo termine, favoriscono la pianificazione finanziaria, tenendo a bada l’emotività e hanno inoltre l’obiettivo di migliorare il livello di educazione finanziaria dei risparmiatori italiani.

Amundi è uno dei leader del mercato di riferimento dei PIR in Italia, con un’offerta che comprende 4 fondi PIR compliant a gestione attiva: Amundi Dividendo Italia, Amundi Valore Italia PIR, Amundi Risparmio Italia, Amundi Sviluppo Italia.

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